La data di inizio precisa dell’utilizzo dell’agopuntura in Cina e la sua evoluzione dai primi tempi sono temi incerti. Una tradizione è che alcuni soldati, feriti da frecce in battaglia, siano stati così guariti da malanni cronici che non erano altrimenti trattabili, ed esistono anche altre varianti su questo tema. In Cina sono state ritrovate pietre affilate, conosciute come Bian shi, suggerendo che la pratica possa essere datata al neolitico o forse anche prima, all’età della pietra. Sono stati trovati geroglifici e pittogrammi, risalenti alla dinastia Shang (1600 – 1100 a.C.), che suggeriscono come l’agopuntura fosse praticata insieme alla moxibustione; è stato anche ipotizzato che l’agopuntura possa avere le sue origini nel salasso o nella demonologia. Nonostante i miglioramenti nella metallurgia nel corso dei secoli, fu solo dopo il II secolo a.C., durante la dinastia Han, che gli aghi in pietra e in osso vennero sostituiti dagli aghi di metallo. I primi esempi di aghi in metallo sono stati trovati in una tomba datata 113 a.C., anche se il loro uso potrebbe non necessariamente essere stato l’agopuntura.
Il primo esempio di utilizzo di un “meridiano” invisibile per la diagnosi e il trattamento risale al secondo secolo a.C., ma non viene menzionato l’uso di aghi, mentre il più antico riferimento all’inserimento di aghi terapeutici si ha nel testo antico Shiji (史記; tradotto come Memorie Storiche) che però non menziona i meridiani, e potrebbe essere un riferimento all’incisione drenante degli ascessi, piuttosto che all’agopuntura. I testi Mawangdui, anch’essi risalenti al II secolo a.C. (anche se anticipano lo Shiji), citano l’uso di pietre appuntite per aprire ascessi, e la moxibustione, ma non l’agopuntura. Tuttavia, a partire dal II secolo a.C., l’agopuntura sostituì la moxibustione come trattamento primario per le condizioni sistemiche.
La prima testimonianza scritta di agopuntura si trova nel Huangdi Neijing (黄帝内经) tradotto come Canone di Medicina Interna dell’Imperatore), datato circa 300 a.C. Non c’è distinzione tra agopuntura e moxibustione, e viene data la stessa indicazione per i due trattamenti. La pratica dell’agopuntura si estese dalla Cina alle aree ora facenti parte di Giappone, Corea, Vietnam e Taiwan, differenziandosi dalle più rigide teoria e pratica adottate nella medicina tradizionale cinese sulla terraferma Un gran numero di contemporanei al di fuori della Cina seguirono queste pratiche non tradizionali, specialmente in Europa. La Corea è ritenuta il primo paese in cui l’agopuntura si diffuse al di fuori della Cina: in Corea, secondo la leggenda l’agopuntura è stata sviluppata dal leggendario imperatore Dangun, anche se è più probabile che sia stata importata da un prefetto coloniale cinese. In Cina, tra la dinastia Han e la dinastia Song, furono scritte circa novanta opere sull’agopuntura, e l’imperatore Song Ren Zong, nel 1023, ordinò la produzione di una statuetta di bronzo raffigurante i meridiani e i punti di agopuntura allora in uso. Tuttavia, dopo la fine della dinastia Song, l’agopuntura perse valore e iniziò a essere vista come una professione tecnica, in opposizione alla professione più teorica dell’erboristeria.
I missionari portoghesi nel XVI secolo furono tra i primi a portare racconti di agopuntura dall’Oriente. Jacobus Bontius, un chirurgo olandese che viaggiò in Asia, descrisse la pratica sia in Giappone che a Giava. Tuttavia in questo periodo in Cina la pratica veniva sempre più associata alle classi inferiori e analfabete. Nel 1674, Hermann Buschoff, un sacerdote olandese di Batavia, pubblicò il primo libro sulla moxibustione (dal giapponese mogusa) per la cura dell’artrite. Il primo trattato occidentale sull’agopuntura fu pubblicato nel 1683 da Willem ten Rhijne, un medico olandese che aveva lavorato presso l’emporio olandese Dejima a Nagasaki per due anni. Nel 1757 il medico Xu Daqun descrisse l’ulteriore calo dell’agopuntura, descrivendola come un’arte perduta, con pochi esperti ad insegnarla; il declino fu attribuito in parte alla popolarità delle prescrizioni e dei farmaci, e in parte alla sua associazione con le classi inferiori.
Nel 1822, un editto dell’imperatore cinese vietò la pratica e l’insegnamento dell’agopuntura nell’Accademia Imperiale di Medicina, perché inadatta alla pratica degli studenti nobili. In questo periodo, l’agopuntura era ancora citata ancora in Europa con tanto scetticismo quanta ammirazione, con pochi studi e solo una piccola quantità di sperimentazioni.
Attorno agli inizi del XX secolo, nessun documento sull’agopuntura faceva riferimento ai “punti dell’agopuntura”: gli aghi venivano semplicemente inseriti in prossimità del punto di dolore; i Qi erano originariamente i vapori derivanti dal cibo, e i meridiani erano dei canali anatomici o i vasi sanguigni. Un francese, George Soulié de Morant, fu il primo a usare il termine “meridiano” e ad identificare il termine Qi con “energia”, nel 1939.
Nei primi anni dopo la guerra civile cinese, i leader del Partito Comunista Cinese ridicolizzavano la medicina tradizionale cinese, tra cui l’agopuntura, considerandola superstiziosa, irrazionale e arretrata, sostenendo che essa fosse in conflitto con la dedizione del partito verso la scienza come strada del progresso. Il presidente del partito comunista Mao Zedong poi cambiò questa posizione, dicendo che «la medicina cinese e la farmacologia sono un grande tesoro e si dovrebbe compiere sforzi per esplorarle ed elevarle ad un livello superiore». Sotto la guida di Mao, in risposta alla mancanza di medici moderni, l’agopuntura venne riscoperta e la sua teoria riscritta per rispettare le necessità politiche, economiche e logistiche di provvedere alle esigenze mediche della popolazione della Cina. Più tardi la teoria della medicina tradizionale degli anni ’50 fu riscritta nuovamente, su insistenza di Mao, come una risposta politica alla mancanza di unità tra medicina cinese tradizionale e scientifica, e per correggere il presunto «pensiero borghese dei medici in medicina occidentale».
L’agopuntura ottenne attenzione negli Stati Uniti quando il presidente Richard Nixon visitò la Cina nel 1972. Durante parte della visita, alla delegazione fu mostrato un paziente, mentre veniva sottoposto ad un intervento di chirurgia maggiore completamente sveglio, apparentemente trattato con l’agopuntura piuttosto che con un’anestesia. Più tardi fu scoperto che i pazienti selezionati per la chirurgia avevano sia un’alta tolleranza al dolore, che ricevuto un pesante indottrinamento prima dell’operazione; questi casi dimostrativi spesso ricevevano anche morfina surrettiziamente attraverso una somministrazione endovenosa, che agli osservatori era stata detta contenere solo liquidi e sostanze nutritive. L’utilizzo dell’agopuntura come anestesia per la chirurgia cadde in disgrazia in Cina con l’avvento dei chirurghi scientificamente addestrati. Una delegazione del Committee for Skeptical Inquiry (Comitato per l’Indagine Scientifica delle Affermazioni sul Paranormale) segnalò nel 1995: «non ci è stata mostrata l’anestesia per la chirurgia tramite agopuntura, questa a quanto pare è caduta in disgrazia con i chirurghi scientificamente addestrati. Il Dr. Han, per esempio, è stato enfatico nel dire che lui e i suoi colleghi vedono l’agopuntura solo come analgesico (riduttore di dolore), non come anestetico (agente che blocca tutte le sensazioni coscienti)».
La più grande esposizione mediatica in Occidente avvenne quando il reporter del New York Times James Reston ricevette l’agopuntura a Pechino per un dolore post-operatorio nel 1971, e ne parlò compiaciuto nel giornale. Nel 1972 fu anche istituito il primo centro legale di agopuntura negli Stati Uniti, a Washington; durante il 1973-1974, questo centro accolse fino a più di mille pazienti. Nel 1973 l’istituto del Tesoro americano Internal Revenue Service permise la detrazione delle spese di agopuntura come spese mediche.
Agopuntura maxibustione della Medicina Tradizionale Cinese sono state dichiarate Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2010, classificate tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.